Tempo di agrumi, ma le arance non sono tutte uguali. Lo sanno bene nella piana di Gioia Tauro dove, a seguito dei “fatti di Rosarno” di sette anni fa, emerse una sorta di catena di sfruttamento in cui il mercato, dominato dalla grande distribuzione organizzata (gdo), aveva stabilito prezzi irrisori per arance e clementini, al punto che i piccoli produttori non potevano più permettersi di mettere in regola i propri lavoratori. I lavoratori a loro volta, sfruttati, malpagati, senza alcun tipo di copertura assicurativa e sanitaria, vivevano in condizioni drammatiche, che di certo non favorivano alcun tipo di integrazione con la popolazione locale, anch’essa vessata dalla crisi economica e dell’agricoltura. Da qui le classiche dinamiche di razzismo, guerra fra poveri, disgregazione sociale.
È nata così Sos Rosarno, dapprima una campagna, poi un’associazione, ora anche una cooperativa (Mani e Terra, composta da soci sia italiani che africani) che mette in contatto i piccoli produttori biologici locali con associazioni, botteghe di commercio equo e solidale e gruppi d’acquisto di tutta Italia. Un’operazione i cui vincono tutti: vincono i produttori perché non subiscono più il ricatto della gdo e vedono i propri prodotti ad un prezzo ragionevole, vincono i lavoratori stagionali perché i maggiori introiti permettono ai produttori di metterli tutti in regola e di garantire la tariffa sindacale (condizione necessaria per far parte di Sos Rosarno) e vincono i consumatori (o meglio i consumatTori, come si è soliti chiamarli all’interno delle economie solidali per rimarcare il loro ruolo attivo) perché per lo stesso prezzo hanno arance, mandarini e clementini da agricoltura etica e biologica. Inoltre una quota del prezzo viene destinata a progetti di solidarietà in tutto il mondo.
“Un’altra battaglia che abbiamo voluto portare avanti è quella sul prezzo trasparente. Su tutti i nostri prodotti viene indicata la composizione del prezzo: quanto va al produttore, quanto al lavoratore, quante sono state le spese, ecc. Abbiamo proposto più volte a varie catene di supermercati di applicare la stessa politica ma, come c’era da aspettarsi, hanno rifiutato!”.
Oggi la situazione a Rosarno rimane molto critica e la maggior parte dei lavoratori stagionali continua a vivere in condizioni disastrose. Eppure l’esperienza di Sos Rosarno continua a crescere e non ha mai funzionato meglio. Alcuni pensano che sia un’oasi nel deserto, che non potrà mai da sola cambiare lo stato delle cose. Secondo altri invece è un esempio lampante di come le cose potrebbero funzionare, un faro di cambiamento che indica la direzione da seguire.