Nell’ambito della manifestazione Fa’ la cosa giusta! di quest’anno, conclusasi il 29 novembre, abbiamo partecipato all’incontro streaming “E se la salvezza del Pianeta iniziasse dal supermercato? – Riflessioni e modelli a confronto per ripensare la grande distribuzione” – a cura di Enzo Di Rosa, Fabio Brescacin, Stefano Liberti. Riportiamo alcuni spunti.
I cambiamenti climatici determinano molti problemi, uno di quelli di cui si parla poco è il cambiamento anche delle culture. La diminuzione di risorse idriche ad esempio o le piogge tropicali o la desertificazione anche in Italia fanno sentire il loro peso.
Bisogna cominciare a riflettere sulla produzione agricola in tutti i suoi aspetti. Uno degli aspetti fondamentali è la filiera. È mancata la politica, la buona politica della filiera. I costi sono sempre ricaduti quasi interamente sul produttore.
La crisi del 2008 poi ha peggiorato la situazione e anche questo momento di pandemia e di crisi economica ha ripercussioni gravi sulla politica del prezzo. La GDO ha ulteriormente abbassato i prezzi di vendita per poter raggiungere più clienti possibili. Occorre una forte alleanza di filiere con una giusta distribuzione del valore su tutti gli attori.
Ora le scelte le fa il mercato, sempre il mercato e in questa filiera gli anelli deboli che non contano sono i produttori e i consumatori. Una iniziativa francese che tenta di dare voce ai consumatori è https://lamarcadelconsumatore.it/
Dobbiamo cambiare la mentalità del consumatore convinto ad esempio che il cibo debba costare poco, che debba essere più bello che buono.
Altre iniziative sono quelle in difesa dell’agricoltore, dell’allevatore, ma ancora troppo poco diffuse. Il giusto prezzo deve essere una costruzione collettiva. In questo momento ad esempio sembra esserci un accordo di filiera tra Feder distribuzione Coop e Conad, ma ancora una volta al tavolo non ci sono i produttori.
NaturaSì si sta impegnando ad esempio sulla vendita di buon cibo, biologico da anni. In questa crisi ha deciso di venire incontro al consumatore con un paniere di cibi indispensabili a prezzo calmierato e con la vendita di frutta e verdura senza calibro. Questo consente di dare il giusto valore al lavoro del produttore e consente di evitare sprechi.
Il cibo dovrebbe essere per tutti. Una riflessione che dovrebbe portarci a sviluppare ad esempio il ruolo dei GAS che potrebbero maggiormente sensibilizzare ai temi non solo dell’eco-sostenibile, ma anche del giusto prezzo. Spesso i Gas sono stati associati a gruppi elitari dove non tutti si possono permettere di acquistare per via dei prezzi alti dei prodotti.
È una questione su cui si deve riflettere insieme.
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