Nonostante ricerche che ne evidenziano la pericolosità per la salute e l’ambiente e la raccolta di milioni di firme da parte dei cittadini in tutta l’Europa, l’Unione europea non ha ancora posto fine all’uso del glifosato. La Commissione europea ha proposto il rinnovo dell’autorizzazione per 10 anni del controverso erbicida glifosato. Ora sta agli Stati Membri decidere la sorte della nostra Terra e della nostra salute!
Come vi avevamo già raccontato tempo fa, il glifosato è il pesticida più utilizzato al mondo, il che è preoccupante poiché i suoi impatti negativi sulla salute umana e sull’ambiente sono ben documentati.
Questo erbicida, brevettato dalla Monsanto e commercializzato da aziende come la Bayer, è stato introdotto in agricoltura negli anni ‘70 ed è, ad oggi, una delle principali cause di contaminazione delle acque, con grande impatto sulla biodiversità. Inoltre, studi sempre più numerosi evidenziano i rischi del glifosato per la salute umana. L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) dell’Organizzazione mondiale della sanità, ritiene che l’esposizione al glifosato possa causare il cancro. L’esposizione ai pesticidi a base di glifosato è stata anche collegata ad effetti negativi sullo sviluppo umano, sulla riproduzione e sui sistemi ormonali, secondo le prove della letteratura scientifica indipendente.
Il governo italiano ha votato sì alla proposta della Commissione Europea di continuare a utilizzare il glifosato, (Inaccettabile!) ma la posizione contraria di Austria, Croazia e Lussemburgo e l’astensione di Germania, Francia, Belgio, Bulgaria, Paesi Bassi e Malta hanno bloccato, per ora la proroga dell’autorizzazione per altri 10 anni. La richiesta di proroga dell’autorizzazione, in scadenza il 15 dicembre 2023, era stata presentata da un gruppo di aziende europee, tra cui Bayer, Syngenta e Nufarm.
Dopo il voto, avvenuto qualche giorno fa, gli Stati dell’Ue saranno invitati a votare nuovamente sulla proposta di riautorizzazione in una commmissione di appello nelle prossime settimane. Il voto favorevole alla proroga da parte dell’Italia è un clamoroso cambio di rotta rispetto al voto contrario espresso nel 2017 ed arriva nel momento in cui si attende da parte del Governo una dimostrazione del suo impegno per la transizione ecologica della nostra agricoltura.
Purtroppo, ad oggi, non è servito il lavoro di 13 associazioni ambientaliste che per settimane hanno sollecitato il governo italiano a prendere una posizione chiara e contraria al rinnovo del glifosato, considerando seriamente i potenziali e gravi rischi che un ulteriore uso del diserbante causerebbe alla salute dei cittadini e all’ambiente dell’Unione europea.
Chi sostiene il rinnovo del glifosato difende il diserbo chimico in agricoltura come pratica indispensabile per garantire il reddito degli agricoltori, una tesi smentita dall’aumento delle superfici agricole gestite con metodi biologici (oggi in Italia il 18,7% della SAU). Inoltre, un recente studio condotto dall’Istituto Sant’Anna di Pisa, ha dimostrato che adottando buone pratiche agroecologiche è possibile eliminare completamente l’uso del glifosato garantendo le rese e riducendo i costi per le aziende agricole. (Fonte Federbio).
Vietare l’uso di questo erbicida sarebbe una decisione virtuosa, in linea con la necessità di tutelare la salute delle persone e dell’ambiente e favorire la trasformazione delle pratiche agricole, senza essere in contrasto con la sostenibilità dei redditi degli agricoltori.